Politiche attive per il lavoro: cosa sono e come funzionano

Entrare, o rientrare, nel mondo del lavoro non è sempre facile. Al di là della disponibilità di posti di lavoro, spesso chi cerca un’occupazione ha bisogno di un supporto in più, soprattutto se si trova in una condizione di svantaggio.

Le politiche attive per il lavoro nascono proprio con questo obiettivo: aiutare le persone a trovare un impiego e, allo stesso tempo, offrire alle imprese strumenti concreti per assumere.

Accanto a queste misure, esistono gli enti bilaterali: realtà meno conosciute, ma in grado di fornire risorse preziose tanto ai lavoratori quanto alle aziende.

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Cosa si intende per politiche attive per il lavoro

Con politiche attive per il lavoro si intendono le misure promosse dalle istituzioni, a livello nazionale o regionale, per favorire l’occupazione e contrastare l’esclusione dal mercato del lavoro. A differenza degli strumenti di sostegno economico passivo, le politiche attive si distinguono proprio per il fatto che richiedono un coinvolgimento più attivo, e spesso continuativo, da parte del lavoratore.

Si tratta, per esempio, di percorsi personalizzati di orientamento, attività formative, tirocini o incentivi rivolti alle imprese che assumono determinate categorie di persone. L’obiettivo è duplice: offrire a chi cerca lavoro gli strumenti per aumentare le proprie competenze e, allo stesso tempo, favorire l’incontro tra domanda e offerta.

A chi si rivolgono le politiche attive per il lavoro

Le politiche attive possono avere destinatari diversi a seconda delle regioni di appartenenza, ma nella maggior parte dei casi sono destinate verso coloro che vivono una condizione di svantaggio dal punto di vista occupazionale. Rientrano tra i destinatari principali:

  • le persone inoccupate, ovvero chi non ha mai svolto un’attività lavorativa;
  • i giovani sotto i 30 anni, spesso alla ricerca del primo impiego;
  • i disoccupati over 50, che a causa dell’età possono avere maggiori difficoltà a ricollocarsi;
  • i percettori di strumenti di sostegno al reddito, come l’assegno di inclusione;
  • le persone svantaggiate o che fanno parte di categorie protette.

In questi casi, l’intervento pubblico non si limita a facilitare la ricerca di un’occupazione, ma cerca di rimuovere ostacoli strutturali, fornendo percorsi mirati di inserimento e valorizzazione delle competenze.

Chi eroga le politiche attive e come funzionano

 Ogni programma ha caratteristiche e requisiti diversi, stabiliti da bandi pubblici che regolano anche la presenza di eventuali incentivi economici a favore delle imprese. Le aziende che intendono aderire a queste iniziative devono prestare attenzione ai termini e alle condizioni previsti, perché ogni misura ha una sua durata, un target preciso e criteri specifici di accesso.

Tra gli strumenti più utilizzati rientrano gli incentivi all’assunzione, i tirocini formativi e i percorsi di formazione o riqualificazione. Tutti interventi pensati per rendere le persone più preparate ad affrontare il mercato del lavoro e, allo stesso tempo, rendere più semplice per le aziende assumere profili compatibili con le proprie esigenze.

Accanto a queste iniziative, esistono anche organismi che offrono servizi a sostegno di imprese e lavoratori: si tratta degli enti bilaterali.

Il ruolo degli enti bilaterali nel supporto a lavoratori e imprese

Gli enti bilaterali sono organismi nati dalla collaborazione tra le organizzazioni dei datori di lavoro e quelle sindacali. Ogni contratto collettivo nazionale prevede il proprio ente bilaterale, in base al settore economico di appartenenza. La loro funzione concreta è quella di adoperarsi per migliorare le condizioni di lavoro e promuovere un dialogo costruttivo tra imprese e lavoratori.

Per le aziende, gli enti bilaterali offrono servizi che vanno dal sostegno al reddito all’accesso a specifiche forme di welfare, fino al finanziamento di corsi di formazione e aggiornamento. Grazie a questi enti, alcune imprese possono anche ottenere contributi o rimborsi per iniziative legate al welfare aziendale o alla sicurezza sul lavoro.

I lavoratori, invece, possono usufruire di rimborsi per spese sanitarie o familiari, accedere a convenzioni agevolate, partecipare a percorsi formativi gratuiti o ricevere supporto in momenti di difficoltà. In molti casi, i servizi offerti sono inclusi nel contratto e già finanziati dai versamenti a carico delle aziende, sebbene non tutte le aziende siano obbligati al versamento.

Sebbene abbiano origini diverse, le politiche attive del lavoro e gli enti bilaterali condividono un obiettivo comune: favorire l’occupazione e sostenere l’inclusione lavorativa. In molti casi, la collaborazione di queste due realtà permette di attivare percorsi di formazione o di orientamento e di ottenere incentivi economici.

In questo modo è possibile trovare soluzioni adatte alle esigenze dei lavoratori e, allo stesso tempo, utili per le imprese.

Perché le aziende dovrebbero conoscere le politiche attive per il lavoro

Molte imprese non sfruttano appieno le opportunità offerte dalle politiche attive semplicemente perché non ne sono a conoscenza o le considerano troppo complesse da gestire. In realtà, informarsi su questi strumenti può fare la differenza, soprattutto per chi assume nuovi dipendenti o sta valutando percorsi di crescita aziendale.

Conoscere le politiche attive per il lavoro significa poter accedere a incentivi economici, ridurre i costi legati all’inserimento di nuovo personale e, al tempo stesso, contribuire alla creazione di occupazione stabile e qualificata.

Domande frequenti sulle politiche attive per il lavoro

Le politiche attive per il lavoro sono misure promosse dalle istituzioni per favorire l’occupazione, attraverso strumenti come formazione, tirocini, orientamento e incentivi all’assunzione.

L’erogazione è affidata principalmente alle Regioni tramite i Centri per l’impiego, ma può coinvolgere anche enti privati accreditati.

L’obiettivo è sostenere l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà occupazionale, migliorando le competenze dei lavoratori e facilitando l’incontro tra domanda e offerta.

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