Gli errori nei contributi INPS: come scoprire se si è pagato troppo e cosa fare

Nel bilancio aziendale, i contributi previdenziali costituiscono un onere significativo e imprescindibile. Attraverso la compilazione del modello Uniemens le aziende comunicano i dati relativi ai dipendenti e adempiono al versamento dovuto. Tuttavia, questa procedura può celare errori contributivi che passano inosservati, portando l’impresa a pagare più del necessario.

Sono errori che possono derivare da una compilazione errata del modello Uniemens, dall’applicazione mancata di uno sgravio contributivo spettante o da una mancata comunicazione di trasformazioni contrattuali. Il problema è che non sempre l’azienda si accorge dell’errore e l’INPS non in tutti casi invia segnalazioni.

Controllare i versamenti contributivi dell’azienda può tradursi in un’interessante opportunità di risparmio: in determinati casi, è possibile recuperare le somme versate in eccesso, dando vita ai cosiddetti rimborsi, e/o attivare agevolazioni retroattive che genereranno dei risparmi sui futuri versamenti.

Errori contributi INPS - EfficientamentoFacile

Contributi in eccesso: quali errori si possono commettere

Il sistema contributivo italiano si basa sul flusso mensile Uniemens, mediante il quale vengono trasmessi all’INPS tutti i dati concernenti le retribuzioni dei dipendenti, i contributi versati e le eventuali agevolazioni applicate. Nonostante l’automazione dei processi, è possibile che si verifichino errori. I più frequenti che possono comportare un versamento superiore al dovuto troviamo:

  • Mancata applicazione di esoneri contributivi spettanti: può accadere quando l’azienda che ha assunto un lavoratore per cui era possibile godere di uno sgravio, non l’ha indicato nel flusso Uniemens oppure non ha trasmesso correttamente la comunicazione necessaria nei tempi previsti. Ciò può verificarsi perché l’azienda non era a conoscenza dello sgravio, perché erroneamente ha ritenuto che il lavoratore non ne avesse diritto oppure perché ha preferito non applicarlo per timore di errori.
  • Compilazione errata del modello Uniemens: in questo caso si tratta di errori nell’inserimento dei codici (tipologia contrattuale, tipo lavoratore, codice agevolazione, ecc.). Anche un solo dato errato può escludere automaticamente l’applicazione dello sgravio, nonostante vi siano tutti i requisiti.
  • Omissioni o comunicazioni tardive: si verificano quando l’azienda non trasmette tempestivamente allo studio paghe aggiornamenti contrattuali fondamentali (es. trasformazioni del rapporto, cambi di qualifica, riduzioni dell’orario di lavoro). In assenza di queste informazioni, il sistema genera un calcolo contributivo non aggiornato, portando a versamenti superiori o non dovuti.

Come capire se si è pagato troppo

Accorgersi di aver versato contributi in eccesso all’INPS non è immediato. Gli errori contributivi, infatti, non sempre emergono in sede di contabilità ordinaria e spesso non sono visibili nemmeno all’imprenditore che controlla semplicemente i cedolini.

Per capire se l’azienda ha pagato più del dovuto, è necessario analizzare i flussi e controllare la corretta applicazione degli sgravi.

  • Il primo passo consiste nel controllare se l’azienda, negli ultimi cinque anni, ha avuto in organico lavoratori appartenenti a categorie per cui era previsto uno sgravio contributivo.
  • L’agevolazione deve essere prevista dalla normativa vigente nel periodo di riferimento e riferita a specifiche tipologie di lavoratori.

Tuttavia, ciò non è sufficiente, in quanto devono essere rispettati sia i requisiti oggettivi del lavoratore sia determinate condizioni aziendali. In particolare, vanno considerati alcuni elementi:

  • La regolarità contributiva (DURC): il Documento Unico di Regolarità Contributiva deve risultare regolare, senza omissioni o irregolarità nei versamenti previdenziali e assicurativi.
  • L’assenza di licenziamenti nei mesi precedenti: molte misure escludono l’applicazione dello sgravio se, nei sei mesi antecedenti e successivi, l’azienda ha effettuato licenziamenti per mansioni analoghe a quelle della nuova assunzione. In questi casi, va verificata anche la causa del licenziamento, in quanto non tutte escludono gli incentivi. In particolare, condizioni come il licenziamento per giustificato motivo oggettivo possono escludere l’applicazione del beneficio.
  • L’assenza di cumulo con altri incentivi: molti sgravi non sono cumulabili con altri benefici contributivi o fiscali. È importante fare una valutazione per controllare se l’azienda ha già applicato altri incentivi sullo stesso lavoratore o sullo stesso periodo.

Cosa fare in caso di errore

Se sono stati versati contributi in eccesso, entro cinque anni dalla data di versamento è possibile presentare una richiesta di rimborso all’INPS. In alcuni casi specifici, il termine può estendersi fino a dieci anni, ma va valutato con attenzione caso per caso.

 EfficientamentoFacile di Prospettiva Lavoro offre una soluzione ideale: attraverso un software appositamente sviluppato e l’affiancamento di professionisti qualificati, il servizio permette di esaminare i flussi Uniemens degli ultimi cinque anni, individuare gli esoneri non goduti e presentare correttamente le richieste di recupero. In alcuni casi, potrebbero essere richiesti documenti integrativi, come le autocertificazioni dei lavoratori o una verifica preliminare tramite il portale INPS.

Una volta completata l’istruttoria, la pratica può essere caricata online direttamente nel portale INPS, e, in caso di approvazione, l’azienda potrà utilizzare un apposito codice autorizzativo per detrarre i contributi a partire dal mese successivo.

Si tratta, in definitiva, di un’opportunità concreta per recuperare somme versate in eccesso e, al contempo, ottimizzare i futuri costi del lavoro, soprattutto in contesti con elevato turnover o con più assunzioni nel tempo.

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